Nato il 25 novembre del 1566 da Scipione Caputo e Caterina Virgili in Paterno Calabro in provincia di Cosenza; Scipione fu dotto nelle scienze matematiche, esperto nel mestiere delle armi partecipò alla battaglia, sotto Don Giovanni d’Austria contro i turchi (battaglia di Lepanto) e alle guerre nelle Fiandre; in Paterno restaurò la chiesa di San Marco e fondò la Confraternita  del Rosario di Nostra Signora. Dopo la morte della madre si prese cura di lui la sorella Suor Antonia del terzo ordine di San Francesco di Paola, la quale lo istruì anche nella fede, sin da giovinetto era molto devoto, faceva sacrifici di penitenza. A dodici anni lo prese in custodia suo zio, il  sacerdote Manilio Virgili e lo portò con sè a Roma e, accertato il suo zelo spirituale lo fece consacrare come chierico.  All’età di diciassette anni suo zio gli comandò di tornare a Paterno per gestire casa; conversava spesso con i frati del convento fondato da San Francesco di Paola, faceva sacrifici battendosi; a diciotto anni fondò una scuola di matematica a Cosenza per i giovani nobili ed ebbe molto successo. In quegli stessi anni in Cosenza  aprirono il loro collegio i Gesuiti, conoscendo la sua fama fu invitato ad insegnare nel collegio; qui ebbe occasione di leggere alcune lettere di missionari nelle indie e delle loro sofferenze fino al martirio, nasce in lui il desiderio di  entrare nelle Compagnia di Gesù per poter avere la possibilità di partire come missionario; il padre rettore di Cosenza, padre Giovan Battista Ragusa, non assecondò immediatamente questo suo desiderio e lo inviò dal padre provinciale a Napoli, il quale essendo stato informato delle sue doti  spirituali lo fece entrare, nel 1590, all’età di ventiquattro anni, nel noviziato della Nunziatella. Uscito dagli studi fu inviato ad insegnare al collegio di Barletta e successivamente inviato al collegio dell’Aquila in quanto, essendo il collegio istituito da quattro anni non aveva dato  frutti  fra la gioventù aquilana; qui riuscì  a guadagnarsi la fiducia e l’apprezzamento di tutta la città; successivamente fondò l’Accademia dei Velati, che volle tenere fuori dal collegio e consigliò di tenere le adunanze nel palazzo pubblico; inoltre  per le necessità spirituali dei nobili che vedeva in ozio e quindi inclini al peccato creò la Congregazione de’ Nobili, nel 1599, per esercitarli nelle virtù. Mori l’11 settembre del 1608 in odore di santità. L’Angelo della Carità (così veniva chiamato)  è sepolto nella prima cappella a destra nella chiesa di Santa Margherita (o dei Gesuiti) a L’Aquila.